TUMORI PALPEBRALI

CHIRURGIA RICOSTRUTTIVA DELLA PALPEBRA

Le imperfezioni palpebrali conseguenti ad anomalie congenite della palpebra, ad asportazione di tumori o a traumi, vanno trattate tutte con gli stessi principi chirurgici.

I metodi di ricostruzione variano a seconda delle dimensioni e della localizzazione del danno. Differenze strutturali anatomiche e , perciò, fisiologiche fra la palpebra superiore e quella inferiore rendono necessari metodi di ricostruzione differenti. Nella ricostruzione palpebrale i fini delle tecniche di correzione chirurgica e anche le loro complicazioni

sono maggiori; lo sono ancora di più quando siano stati coinvolti l’apparato lacrimale e la regione cantale. Si sottolinea ancora che è essenziale una completa conoscenza dell’anatomia della palpebra prima di impegnarsi nella chirurgia palpebrale.

Le biopsie con escissione dei piccoli tumori possono essere eseguite con differenti tecniche per le lesioni marginali ed extramarginali. Se si sospetta un tumore maligno, l’escissione radicale di questo va preceduta da una biopsia con controllo mediante sezioni congelate o con tecnica chemio chirurgica di Mohs.

La chirurgia dei tumori delle palpebre deve rispettare il principio della radicalità dell’exeresi (asportazione), anche quando il rispetto di questa regola oncologica può comportare ampie demolizioni in monoblocco di più componenti delle palpebre e dei tessuti contigui e delle strutture sottostanti.

Una insufficiente exeresi spiega infatti l’indice elevato di recidive, come evidenziato in tutte le casistiche, e fa comprendere inoltre come gli interventi chirurgici condotti in seconda istanza, su tumori recidivi, siano sempre più complicati e come in questa sede particolare il tumore sia da considerare con una stadi azione più avanzata.

Anche le recidivi locali al trattamento radioterapico possono comparire a distanza di anni e spesso con caratteristiche molto invasive.

La ricostruzione parziale o totale delle palpebre, dopo exeresi per tumore, deve essere sempre immediata e completa ed in nessun caso può essere differita, in quanto è indispensabile garantire la protezione della congiuntiva ed in particolare della cornea dagli agenti esterni e dalla esposizione. Poiché ogni tumore può differire dagli altri per sede, istotipo, localizzazione e grado di accrescimento, il chirurgo deve possedere grande perizia e la perfetta conoscenza circa le varie possibilità della chirurgia ricostruttiva ed essere in grado quindi di prevedere la soluzione tecnica più idonea prima dell’intervento.

La chirurgia ricostruttiva deve comunque mirare la restituire i requisiti statico-dinamici della palpebra, soprattutto di quella superiore.

In questa sede, dopo l’exeresi della neoplasia, non bisogna omettere di repertare e creare la continuità del muscolo elevatore; l’insorgenza della ptosi rappresenterebbe infatti una patologia secondaria responsabile, in termini assoluti, di grave invalidità a carico della palpebra e della funzione visiva.