LAGOFTALMO

Si tratta di una incompleta chiusura della rima palpebrale (quando le palpebre vengono chiuse volontariamente o durante il sonno) che lascia parte della cornea e della congiuntiva scoperte ed esposte all’azione degli agenti esterni.
Il lagoftalmo compare quando si ha paralisi del muscolo orbicolare e provoca lacrimazione e congiuntivite, che può complicarsi con lesione corneale (soprattutto ulcerazione). La terapia è medica o chirurgica, trattamenti locali con lacrime artificiali dense o pomate hanno solo lo scopo di cercare di mantenere trasparente la cornea ed evitare le sovrainfezioni.
Il trattamento chirurgico consiste in una chiusura delle palpebre parziale o totale (tarsorrafia) oppure in trattamenti più complessi che correggono anche lassità palpebrali come ad esempio l’ectropion della palpebra inferiore spesso associato.
La tarsoraffia, completa e parziale, rappresenta da sempre un valido presidio chirurgico per correggere lagoftalmi paralitici e non paralitici. Questa tecnica é in uso sia tra gli oftalmologi, ma anche tra i neurochirurghi. È utile in corso di lagoftalmo acuto e marcato, soprattutto quando si ha la certezza che questo regredirà lentamente nel tempo.
La tarsoraffia viene praticata, anche se per motivi del tutto opposti, quando il paziente non é più collaborante e non é in grado di autosomministrarsi la terapia, mettendo a grave rischio l’integrità della cornea. Nei casi in cui le condizioni del paziente migliorino, la tarsoraffia può essere riaperta, ripristinando la classica conformazione palpebrale.
In alcuni casi é difficile però poter regolarizzare perfettamente la palpebra provocando in questo modo dei danni estetici al paziente. In altri casi invece, una volta aperta la tarsoraffia, può persistere un fastidioso ectropion della palpebra inferiore, determinato dalla lassità cutanea, con un conseguente lagoftalmo cronico. In questi casi e in quelli in cui vi é un lagoftalmo cronico primitivo con presenza di un marcato ectropion, la cantopessia laterale (trattamento chirurgico dell’angolo esterno della palpebra) ed eventualmente l’immissione di una placca d’oro a livello della palpebra superiore rappresenta il trattamento di elezione.
La cantopessia laterale, rispetto alla classica tarsoraffia, rappresenta un approccio più idoneo ed esteticamente migliore con vantaggi soprattutto funzionali: la palpebra viene innalzata e messa sotto tensione in modo tale che la chiusura palpebrale risulti migliorata, le lacrime siano contenute nel fornice congiuntivale inferiore e il sistema della pompa lacrimale possa funzionare in modo adeguato.

Tecnica chirurgica della cantopessia

  • si esegue facendo un’incisione cutanea a livello del canto esterno
  • si taglia il tessuto muscolare ed il ligamento laterale
  • successivamente viene esposto il periostio nella sua porzione zigomatica
  • la palpebra inferiore va quindi tagliata con una incisione verticale a tutto spessore a livello del canto esterno
  • la parte mediale del tarso va agganciata con un filo non riassorbibile al periostio (vanno solitamente eseguiti due punti di ancoraggio per ottenere una maggior tenuta)
  • la ferita viene poi suturata sia nei piani profondi che nei piani cutanei

Risultati

Questa procedura chirurgica aumenta notevolmente i vantaggi sia soggettivi che oggettivi e in molti casi rappresenta da sola un valido ed efficace presidio chirurgico.
A completamento della cantopessia laterale, nei casi in cui il lagoftalmo cronico risulti più grave, vi é la possibilità di inserire una protesi d’oro, di diverso peso, a livello della palpebra superiore ancorandola saldamente al tarso. L’associazione della cantopessia e dell’immissione della placca d’oro porta ad una regolarizzazione della palpebra inferiore, una completa scomparsa dell’ectropion ed una normalizzazione dello scleral show. Inoltre vi é un miglioramento del meccanismo volontario di chiusura della palpebre e conseguentemente si può notare una regressione delle alterazioni corneali con scomparsa della cheratite e una riduzione dei sintomi soggettivi di lacrimazione e bruciore.

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