Nuovo trattamento delle patologie retiniche della macula con laser micropulsato sottosoglia

Nuovo trattamento delle patologie retiniche della macula con laser micropulsato sottosoglia

iridex laser giallo star9000 - Nuovo trattamento delle patologie retiniche della macula con laser micropulsato sottosoglia

la fotocoagulazione retinica tradizionale è stata usata per trattare differenti patologie retiniche per diversi anni; è efficace ma è anche distruttiva.

Lo sbiancamento retinico che vediamo durante i nostri trattamenti laser è indice del danno termico che abbiamo indotto.

Per molti anni si partiva dal presupposto che per aver un effetto terapeutico era necessario indurre un danno alla neuroretina; da non molto tempo si sta accreditando sempre più l’ipotesi che non è con la distruzione dei fotorecettori che si raggiunge il risultato terapeutico ma è con la fotostimolazione dell’epitelio pigmentato retinico.

La fotocoagulazione crea localizzate aumenti della temperatura dando origine a lesioni termiche ma anche risposte biologiche che insieme realizzano un effetto terapeutico.

Il sottosoglia ideale per effettuare la fotostimolazione e quindi trattare in sicurezza patologie a livello maculare, è quello compreso tra la soglia di attivazione degli effetti biologici (soglia inferiore) e la soglia di non visibilità in autofluorescenza (soglia superiore). La modalità migliore per lavorare all’interno del sottosoglia ideale non è quella di ridurre la potenza o il tempo di esposizione di un laser convenzionale ma disporre di un laser micropulsato.

Un laser in onda continua emette un flusso costante di energia anche con tempi brevissimi di esposizione e la temperatura ha il tempo di salire; al contrario in un laser micropulsato l’emissione continua è frazionata in un treno di brevi impulsi la cui durata (on) e l’intervallo (off) possono essere variati dall’operatore: parliamo pertanto di ciclo operativo.

La migliore lunghezza d’onda per trattare patologie maculari con laser micropulsato è di 577 nm, in quanto ha il picco di assorbimento a livello dell’ossiemoglobina. Inoltre la lunghezza d’onda gialla non è assorbita dai carotenoidi presenti a livello maculare, quali luteina e zeaxantina, fattore che rende sicuro il trattamento anche in fovea.

Utilizzando comunque un laser non visibile e dovendo trattare con spots confluenti tutta l’area patologica è utile disporre di un laser multiplot che rilascia gli impulsi secondo griglie definite.

Protocollo di trattamento:

  • Midriasi farmacologica con Tropicamide coll 1% e anestesia topica con Benoxinato coll 4%
  • Applicazione di lente a contatto AREA CENTRALIS
  • Fotostimolazione con Laser Diodo Micropulsato (MPD) giallo, lunghezza d’onda di 577 nm
  • Spot laser: “confluenti” (MULTISPOT) e viene eseguito su tutta l’area patologica
  • Potenza: 70% della potenza minima necessaria ad ottenere lo sbiancamento retinico, in modalità micropulsata (valutazione allo SLO dopo venti minuti)
  • Diametro spot: 100 µm
  • Durata dell’impulso: 200 millisecondi

Applicazioni cliniche principali del micropulsato:

  • Risensibilizzazione della degenerazione maculare neovascolare non più responsiva agli anti-VEGF
  • Corioretinopatia sierosa centrale
  • Edema maculare diabetico
  • Edema maculare post trombosi
  • Cronico e residuo distacco retinico subfoveale dopo chirurgia
  • Edema maculare da radioterapia
  • Retinite pigmentosa

Conclusioni:

sono numerose ormai le evidenze cliniche e scientifiche sulla efficacia e la sicurezza del laser micropulsato che ad oggi dobbiamo considerare come un’arma in più da associare alle altre terapie.

Tale metodica inoltre presenta numerosi vantaggi essendo:

  • Sicura
  • Ripetibile
  • Non invasiva (se paragonata ad una fotocoagulazione distruttiva o alla terapia intravitreale a cui comunque può essere di supporto)

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Nuovo trattamento per la sindrome dell’occhio secco

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Occhi  stanchi dopo aver utilizzato il pc? Sicuro che va tutto bene?

Occhi stanchi dopo aver utilizzato il pc? Sicuro che va tutto bene?

Dagli anni 90 i computer sono diventati parte integrante della nostra quotidianità,
sono sempre di più infatti, le persone che per motivi professionali passano diverse ore davanti allo schermo del pc, del tablet o del cellulare, sottoponendo i propri occhi ad uno stress visivo che qualche volta può creare fastidiosi disturbi.

Fissare per ore un monitor richiede uno sforzo ai nostri occhi sotto tanti aspetti. Molti studi parlano di un’ influenza negativa della luce blu, proveniente dai videoterminali, sui nostri occhi e anche sul nostro riposo; in secondo luogo vi è lo sforzo dei muscoli esterni ed interni degli occhi che avviene per mettere a fuoco gli oggetti nella visione per vicino, e non ultimo per importanza, vi è la riduzione dell’ammiccamento .

Tutte queste variabili, che entrano in gioco quando siamo al PC, possono provocare diversi sintomi quali: bruciore degli occhi, occhi arrossati, sdoppiamento delle immagini, accavallamento delle lettere, tutti insieme questi sintomi prendono il nome di astenopia e sono il campanello d’allarme di un utilizzo eccessivo e scorretto dei videoterminali.

Come possiamo tutelare la salute dei nostri occhi? Sicuramente, quando è possibile, ridurre l’utilizzo di videoterminali è il primo passo; è importante consultare un oculista che escluderà la presenza di patologie e poi ci si può rivolgere ad un’ ortottista che valuterà l’efficienza dei muscoli oculari e vi consiglierà un ciclo di esercizi per rinforzarli, insomma una vera e propria palestra per gli occhi!

Durante l’attività al PC vi risulterà molto utile seguire dei piccoli consigli: mantenere una distanza di almeno 50 cm dallo schermo, essere sicuri di utilizzare sedie che ci aiutano a mantenere una corretta postura, fare delle pause di sguardo ricorrenti e quindi distogliere lo sguardo dallo schermo di tanto in tanto e guardare fuori dalla finestra, utilizzare i video terminali in stanze con un’adeguata illuminazione preferibilmente proveniente dall’alto della stanza.

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Soffri di una fastidiosa lacrimazione (epifora)?

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Non esitare a contattarci per risolvere questo problema che ti disturba nella tua attività lavorativa, sportiva e di relazione con un intervento laser (a diodi) in anestesia locale o con lieve sedazione, senza ricovero, e della durata di 15 minuti circa!

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Come risolvere la lacrimazione con un intervento mininvasivo Dacriocistorinostomia (DCR) laser a diodi

Come risolvere la lacrimazione con un intervento mininvasivo Dacriocistorinostomia (DCR) laser a diodi

Come risolvere la lacrimazione con un intervento mininvasivo

La lacrimazione o epifora è un disturbo frequente e molto fastidioso. Colpisce qualsiasi età, dai bambini agli adulti e anziani, e proprio negli adulti costituisce un problema di grande rilevanza in quanto impedisce una normale attività lavorativa ma anche di relazione. Doversi asciugare di continuo le lacrime durante lo svolgimento del lavoro, ma non solo, è sicuramente un grande disagio.

Questo perché le lacrime prodotte in eccesso e non scaricate dalle normali vie di deflusso (puntino lacrimale inferiore, canalino lacrimale inferiore, dotto comune, sacco lacrimale e dotto naso-lacrimale) provocano in alcuni casi delle sgradevoli concrezioni al bordo degli occhi, arrossamenti ed infiammazioni della congiuntiva (congiuntiviti) con conseguente spiacevole visione appannata.

La dacriocistorinostomia (DCR) è una procedura chirurgica in cui viene eseguita una connessione diretta tra sacco lacrimale e cavità nasale, favorendo il deflusso delle lacrime attraverso uno “scarico” alternativo a quello tradizionale.

Oltre all’intervento tradizionale (per via esterna o interna) oggi è stata perfezionata una tecnica veloce, sicura e risolutiva che ci permette di risolvere tale fastidioso disturbo con una percentuale più alta rispetto al passato.

ARC fox dcr laser new - Come risolvere la lacrimazione con un intervento mininvasivo Dacriocistorinostomia (DCR) laser a diodi

La dacriocistorinostomia transcanalicolare con il laser a diodi è una nuova tecnica mininvasiva che utilizza una tecnologia avanzata che permette con una unica funzione molto precisa il taglio e la coagulazione. Non prevede incisioni e cicatrici ed ha il vantaggio di ridurre il trauma chirurgico e rendere meno doloroso e più rapido il decorso postoperatorio. Anche in questo tipo di intervento può essere impiantato uno stent che viene rimosso a distanza di tempo. Viene eseguita con l’utilizzo di sonde con fibre ottiche di 400 micron e di sistemi endoscopici ad alta definizione

Per questi interventi è prevista l’anestesia locale con sedazione in Day Surgery.

La nostra procedura, tecnica transcanalicolare con laser a diodi assistita con endoscopia endonasale, viene effettuata generalmente in anestesia con sedazione endovenosa. Si esegue una adeguata preparazione della cavità nasale. Viene vaporizzato il tessuto osseo attraverso l’utilizzo di un laser a diodi introdotto a livello del puntino lacrimale inferiore e fatto successivamente passare attraverso la via lacrimale inferiore. Viene creata una selettiva rinostomia (circa 1-2 millimetri) e viene posizionato un sottile filo-stent di silicone in situ per circa 3-5 mesi. Secondo recenti studi, tale tecnica, risulta efficace, sicura, e si caratterizza per i più brevi tempi operatori.

La lacrimazione, difficoltà nello scarico delle lacrime, è un disturbo molto fastidioso che impedisce una normale attività lavorativa e di relazione. La dacriocistorinostomia laser a diodi (DCR laser) permette oggi di risolvere la lacrimazione con un intervento non invasivo, di breve durata, in anestesia locale e con ottimi risultati.

Il laser a diodi infatti crea una vaporizzazione del tessuto  osseo creando un foro (rinostomia) attraverso il quale defluiscono le lacrime. In alcuni casi viene posizionato un tutore (stent) di silicone che mantiene attivo il foro creato con il laser a diodi. Tale tecnica risulta efficace, sicura e poco invasiva.

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NOVITÀ PER I PAZIENTI CON SINDROME DA OCCHIO SECCO

NOVITÀ PER I PAZIENTI CON SINDROME DA OCCHIO SECCO

tutori in materiale biodegradabile sindrome occhio secco - NOVITÀ PER I PAZIENTI CON SINDROME DA OCCHIO SECCO

NOVITÀ PER I PAZIENTI CON SINDROME DA OCCHIO SECCO:

oltre all’uso della luce pulsata e della radiofrequenza, presidi che stanno dando degli ottimi risultati, esiste la possibilità di inserire dei piccoli tutori in materiale biodegradabile che vanno inseriti a livello del canalino lacrimale inferiore. L’intervento è ambulatoriale, di facile esecuzione, reversibile e va fatto in anestesia topica o locale.

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